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Conferenza stampa mister Bucchi

A poche ore dalla partita Arezzo-Gubbio, in programma stasera, Cristian Bucchi ha analizzato l’avversario, fatto il punto sugli infortunati e commentato l’assenza di Pattarello, soffermandosi anche su aspetti tattici e ambientali. «Il Gubbio è una squadra ben assortita, guidata da un allenatore molto esperto. Ha tanti giocatori con alle spalle campionati importanti, anche in Serie B, abituati a giocare per obiettivi ambiziosi. È un avversario capace di interpretare più partite all’interno della stessa gara. Mi aspetto una sfida maschia, tosta, dura. Dovremo essere bravi a pareggiare il livello agonistico e a trovare soluzioni contro una formazione che sa cambiare pelle durante i 90 minuti».

🟤 Infortuni e scelte

«La scorsa settimana, durante la rifinitura, si sono fermati contemporaneamente De Col e Renzi. Nel pomeriggio, mentre stavamo per partire in pullman, Ravasio ha avuto un blocco alla schiena. Non era nulla di preventivato, ma purtroppo non siamo riusciti a utilizzare nessuno dei tre. Vi anticipo che Arena e Dezi non saranno disponibili. Per gli altri deciderò prima del fischio di inizio. Dell’Aquila? E’ un giocatore che offre tante soluzioni: può giocare vicino alla punta, da esterno, persino da centravanti. Finora l’ho impiegato poco, sia per la bravura degli altri sia per situazioni impreviste. Ma ogni volta che è entrato, ha dimostrato vivacità e pericolosità. È giovane, ma gioca con la furbizia di un veterano. Mi piace moltissimo e sono sicuro che sarà un’arma importante, dall’inizio o a gara in corso. Anche Perrotta è un ragazzo umile, qualità rara nei giovani di oggi. Lo abbiamo provato in vari ruoli: esterno d’attacco, terzino, anche mezzala. È il nostro jolly. Tutto quello che fa lo fa con entusiasmo e energia. Prima della tecnica, serve il fuoco dentro. E lui ce l’ha».

🟤 Girone B e mentalità

«Nessuno ha preso il largo, nessuno ha creato il vuoto. Questo è il nostro girone, e secondo me è una risposta a chi dice che il Girone B gira poco. L’anno scorso ha portato le due finaliste e la vincitrice della Coppa Italia. Per equilibrio, credo sia il più complicato. Le difficoltà non sono solo tecniche o tattiche. Ci sono anche aspetti strutturali: passare da una settimana di allenamenti sull’erba a una partita su sintetico, magari più piccolo, con poca gente, di martedì sera o venerdì sera, con anticipi e posticipi alle 12:30. Tutto questo esaspera la stagione. Le squadre che arriveranno in fondo saranno quelle capaci di affrontare le difficoltà. Come reagisci, fa la classifica. Ai miei giocatori dico sempre: l’azione è importante, ma è la reazione che è determinante. L’errore fa parte del gioco, ma devi saper reagire. E questo lo dobbiamo allenare ogni giorno».

🟤 Sull’episodio Pattarello: “Mi sono arrabbiato.

«Con Emiliano – espulso nel finale di partita a Rimini -ci ho parlato. Mi sono molto arrabbiato. Pattarello sta facendo un percorso di crescita importante. Quando sono arrivato, era un giocatore forte ma molto individualista. Oggi è più dentro il gioco, fa più assist, gioca per la squadra. Ha capito che non servono i suoi 20 gol se poi arriviamo decimi. Servono i suoi dribbling, i suoi scarichi semplici, il non perdere palloni e il non innervosirsi. A Rimini era stato bravissimo, non era caduto in provocazioni, era stato determinante nell’azione del gol. Poi, a partita finita, si è perso in una stupidaggine. Le frasi che si sono scambiati i giocatori erano inerenti alla partita. Dopo, però, sono state riportate parole che facevano sembrare che l’Arezzo avesse attaccato il Rimini per la sua situazione societaria. Questo non è assolutamente vero. Siamo vicini al Rimini, ai calciatori, allo staff, alla tifoseria. È una grande piazza e speriamo che si risolva tutto. Nessuno di noi si permetterebbe mai di sparare sulla Croce Rossa. Prendo le distanze da quanto è stato detto e devo dire la verità: sono rimasto deluso da alcune parole pronunciate in sala stampa».

🟤 Curva Sud e tifosi.

«Non ho mai parlato con la squadra della scelta di attaccare sotto la Curva Sud nel primo tempo. L’ultima volta ho chiesto al direttore: “Ma come mai attacchiamo sempre lì?” Da calciatore, io volevo sempre giocare il secondo tempo sotto la curva, per godermi il finale con il sostegno del pubblico. Non so se è una scelta o una casualità. Mi è sempre andata bene così. Ci tengo a ringraziare i nostri tifosi. Giocare di venerdì sera e vedere tutta quella gente fuori casa è tanta roba. In casa ci stiamo abituando al loro entusiasmo, ma anche in trasferta, come a Piancastagnaio di martedì, sono trasferte lunghe, c’è gente che lavora. Non è scontato. Quindi grazie, a nome mio e della squadra. Ci sentiamo davvero di giocare in casa, e cerchiamo con le nostre prestazioni di ripagarli.»

🟤 Sulla sfida e gli ex

«Trovare una squadra con tanti ex non è un incentivo in più. L’incentivo è voler vincere una partita importante, che fa parte di un campionato dove vogliamo essere protagonisti. Vogliamo migliorarci, giocare sempre per vincere, a prescindere dall’avversario. Fa parte di noi. Più che pensare agli ex, sappiamo che tipo di squadra andiamo ad affrontare. Conosciamo le loro qualità, le loro caratteristiche. Dovremo essere bravi a interpretare la partita nel modo giusto: atteggiamento, tecnica, forza fisica, carattere. Tutto. Non c’è nessun retropensiero».